Vedere una taxi senza conducente, a Pechino, sta diventando normale. Nelle scorse settimane, infatti, Baidu, l’omologo cinese di Google, ha lanciato il servizio di robotaxi Apollo. Ma il motore di ricerca orientale non vuole fermarsi e ha annunciato che la sua flotta crescerà ancora e supererà i confini della capitale.

Il colosso del web ha iniziato una collaborazione con Arcfox, marchio per la produzione di veicoli elettrici del Gruppo BAIC. I numeri parlano di altri 3.000 veicoli in arrivo nel 2023, con l’obiettivo di commercializzare il servizio in tutta la Cina e soddisfare 3 milioni di clienti.

In orbita

Le nuove vetture si chiameranno Apollo Moon e saranno prodotte a un costo di 480.000 yuan (poco più di 62.000 euro): meno della metà rispetto alla media di 1 milione di yuan tipici di un’auto a guida completamente autonoma. Merito, affermano le due società, delle tecnologie a disposizione e, soprattutto, della produzione in grandi volumi.

Le Apollo Moon scenderà in strada grazie ai sistemi e ai software di Baidu, ma sfoggeranno il marchio Arcfox. Avranno un ciclo operativo previsto che supererà i 5 anni. Nessun altro dettaglio è stato rilasciato su inizio della produzione, lancio del servizio, modalità di gestione della flotta e costi per i passeggeri.

Quanta concorrenza

Il servizio di robotaxi è solo il primo passo dell’incursione nel mercato elettrico da parte di Baidu. La società ha investito 7,7 miliardi di dollari in tecnologie per finanziare Jidu Auto, joint-venture creata con Geely, nei prossimi 5 anni.

Dal matrimonio dovrà nascere una vettura robot a zero emissioni, capace di conquistare soprattutto i giovani. Baidu si unisce così alla schiera di colossi tech che stanno virando decisi verso il business dell’elettrificazione: da Amazon alla stessa Google, passando per Huawei e per Apple, tornata alla carica col Project Titan.