Con l’auto elettrica che continua a crescere in tutto il mondo, c’è un altro settore, strettamente collegato, che sta vivendo un momento di straordinaria espansione. È quello della produzione delle batterie. Il comparto, nel 2021, è cresciuto del 113% arrivando a una produzione record di 286 GWh. Ma il gigantesco affare è ancora in mano pochi grandi produttori orientali, bravi a intuire prima degli altri il potenziale di questo tipo di industria e capaci di muoversi in anticipo per organizzare la produzione e accaparrarsi le preziose materie prime.
La Cina, da sola, detiene circa il 60% della produzione mondiale. Ad essa si affiancano colossi coreani e giapponesi. Le prime tre aziende di settore, rappresentative ciascuna di uno dei tre Paesi elencati, da sole rappresentano il 67% del settore. Sulla pagina LinkedIn di Movimento Elettrico c’è un approfondimento sulle 5 più grandi.
Tutte a oriente
Cina, Corea del Sud e Giappone: quella asiatica al momento è una vera e propria egemonia sulle batterie agli ioni di litio. Lì hanno sede i principali produttori e i piani di crescita si susseguono a ritmi frenetici. Anche se Europa e Usa non vogliono più stare a guardare.
Al primo posto della classifica si piazza CATL, colosso cinese con sede a Ningde che in soli 10 anni è riuscita a conquistare, secondo il rapporto della coreana SNE Research, oltre il 32% del mercato. Seconda è la coreana LG Energy Solutions, fresca di debutto in Borsa, mentre terza si piazza Panasonic, prima delle giapponesi e in evidenza per la vicinanza con Tesla. Poi tocca a BYD, altra azienda cinese, che ha la peculiarità di essere l’unica che produce anche auto elettriche, mentre al quinto posto si trova Samsung SDI, che promette molto con la sua nuova famiglia di accumulatori.
Cosa fa l’Europa
Di fronte a uno scenario di questo tipo ci si chiede che cosa abbia in programma l’Europa per ristabilire un minimo di equilibri in un settore strategico come quello delle batterie. I progetti non mancano. Da citare, ad esempio, la nascita di Northvolt, società svedese che è appoggiata da tante Case, tra cui Volkswagen, e che sta investendo molto anche sul riciclo.
Per quanto riguarda l’Italia, poi, particolare interesse c’è intorno alle strategie Stellantis, che dopo le Gigafactory francese e tedesca ne realizzerà una terza a Termoli. A questa si aggiungerà quella del progetto Italvolt, che ha individuato nell’area ex Olivetti di Scarmagno (in Piemonte) il sito adatto alla nascita di un polo produttivo che punta a diventare il più grande dell’Europa meridionale.