Le auto elettriche stanno conquistando quote sempre maggiori di mercato e non è difficile capire che rappresentino un’opportunità di crescita per le Case. Il caso Tesla è sotto gli occhi di tutti: Elon Musk, che per primo ha capito il potenziale delle auto a zero emissioni, si è fatto trovare in vantaggio rispetto ai costruttori tradizionali e ha chiuso il 2020 con vendite record di mezzo milione di vetture. Non solo: la Model 3 è l’auto a batteria più venduta della storia.

Ma Tesla non è più sola. Il panorama mondiale vede ogni giorno l’ingresso di nuovi player e i modelli si moltiplicano. Riguardo a questo, c’è un aspetto che colpisce. Se le auto elettriche restano di nicchia, con percentuali che nel migliore dei casi, come sul mercato europeo, raggiungono quote pari o di poco superiori al 10% delle vendite, dall’altro premiano oltremisura dal punto di vista della crescita in Borsa. Il caso tedesco, in questo senso, è emblematico.

L’elettrico premia chi ci crede

In Germania, guardando alle azioni dei principali costruttori, il settore automobilistico ha vissuto anni di stagnazione. In tempi recenti, invece, le Case che hanno investito di più sulla transizione energetica stanno vivendo una seconda giovinezza. Prendiamo Volkswagen, ad esempio.

VW logo on the roof of headquarters Wolfsburg Germany

La Casa tedesca ha fatto segnare un +52% da inizio anno e ha visto il capitale salire da meno di 100 miliardi di euro agli attuali 143 miliardi toccano nuovi record almeno per quanto riguarda gli ultimi anni. Non siamo ai livelli di Tesla, ma il fatto che voglia arrivare a vendere più elettriche di Elon Musk già quest’anno ha fatto breccia negli azionisti.

Tutti gli sforzi di Wolfsburg

Certo, la potenza di fuoco di Volkswagen fa impallidire. La Casa ha dovuto affrontare gli anni difficili del Dieselgate, poi ha presentato la piattaforma MEB e da allora (era il 2018) ha costantemente accelerato verso le zero emissioni con i primi modelli di nuova generazione, ID.3 in testa, con nuove strategie comunicative (leggasi: Herbert Diess che si ispira a Musk ed esordisce su LinkedIn e su Twitter), piani di lunga durata per gettare le basi verso il futuro.

Tra questi basti citare il progetto Artemis di Audi, la Mission T (in cui T sta per Tesla), Accelerate! (che forse è la Mission T rinominata perché d’accordo avere la Casa di Palo Alto nel mirino ma si è pur sempre la Casa automobilistica con il più alto numero di vetture vendute all’anno) e, non ultimo, il Power Day.

Il CEO della VW Herbert Diess al VW Power Day 2021

In mezzo ci sono le collaborazioni con Northvolt, con Ford, con QuantumScape, con i costruttori cinesi, con Ionity (di cui è socio fondatore), ci sono i progetti per il riciclo delle batterie, per le soluzioni di ricarica innovative e chi più ne ha più ne metta. Ciliegina sulla torta: l’annuncio di essere prossima a fermare lo sviluppo dei motori termici.

Ci sono anche Daimler e BMW

Altre Case tedesche stanno facendo passi da gigante verso l’elettrificazione. BMW, ad esempio, ha visto le proprie azioni scendere di valore sin da fine 2017 ma ora sta tornando verso i massimi con una buona costanza. Stesso discorso vale per Daimler, che ha vissuto un trend a “V” simile a quello della rivale di Monaco.

2022 BMW i4

Insomma, più si va verso le zero emissioni e più si guadagna, almeno in borsa. Questo accade in Germania. La domanda però nasce spontanea. Può accadere anche in Italia. La risposta è sì. O meglio, visto che quando si parla di investimenti è bene mantenere una certa prudenza, la risposta è “probabilmente sì”.

Attenti a Stellantis

Le mire del nuovo gruppo italo-francese sono note. Stellantis si impegnerà per arrivare nel 2025 ad avere una gamma completamente elettrificata. In più, grazie alla joint venture ACC tra Peugeot e Total, vorrà produrre talmente tante batterie da poterne vendere un certo quantitativo ad altri costruttori. E lo stesso farà probabilmente con i motori, visto il recente accordo con la giapponese Nidec, con cui la produzione partirà già nel 2022.

Fiat Concept Centoventi

Per quanto riguarda la gamma, poi, Stellantis può contare su 14 brand automobilistici che sono forti sia in Nord America sia in Europa. Se Tavares riuscirà a trovare la quadra per valorizzarli tutti con modelli a zero emissioni, la penetrazione sui vari mercati sarà totale. E gli investitori, a quel punto, avrebbero fiducia in quello che attualmente è il quarto gruppo automobilistico del mondo. Non resta che attendere e vedere cosa succederà.